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CAMPIONE DI PELLE di Piera Mattei
Mazzoli 2001 (Modena) con disegni di Luca Pancrazi Cofanetto disegnato e realizzato da Nicola De Maria |
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CAMPIONE DI PELLE Sulla pelle della tua mano
sinistra ho ritagliato un quadrato cm 2 di lato, ora è il mio campione, osservo misuro raccolgo le informazioni possibili sul tuo quadrato di pelle. Ecco, la nuova oggettività l'ha trasformato non è più parte della tua mano. Se varia col caldo col freddo, col tempo assoluto, sono qui che registro. Ho gli strumenti per farlo. Lo bagno, lo osservo bagnato lo asciugo, lo osservo da asciutto mi vieto di usare il colore, un metallo (del rame, del ferro ... il titanio) per contraffarlo, coprirlo. E' vietato bucare, ri-tagliare, sporcare col liquido sangue. E deve restare quadrato, e devo soltanto osservare variazioni normali, i giudizi qualitativi sono aboliti. Tutto questo, lo senti, distende distrae la mia mente, e tu mi volevi diversa, imparo sulla tua pelle la flemma, la deduzione - cosiddetta - dello scienziato innocente. |
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Nota Critica di Massimo Morasso La poesia di Piera Mattei, che mi pare di aver già definita "lucida" in un qualche giudizio precedente, ma che quell'aggettivo, nuovo o non nuovo che sia, non riesce neppure di sfuggita a contenere. Poesia di sobria appercezione (in senso fenomenologico), questa che gusto adesso più in profondità, ricca dell'esercizio di tutti i sensi - di tutti i sensi pensanti mi verrebbe da dire - e non solo del senso-troppe volte-principe-per-chi-fa-versi, il senso della vista, naturalmente. Poesia, ancora, dove la sensazione è filtrata attraverso una specie di sordina intellettuale in grado di registrarne "lucidamente" (appunto) la fuggente natura, e, intanto, di addomesticarne l'irruenza tanto nel cono di luce di una grammatica figurativa che vale la pena, per una volta, di definire icastica, "sbarazzinamente" icastica anzi, quanto nell'habitus di una dicibilità pudica, ricca di un simpaticissimo (e, per me, fraterno) vigore/candore anti-metaforico. |
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