Luigi La Rosa parla di Piera Mattei
Luigi La Rosa presenta La Materia Invisibile di Piera Mattei

titolo: La Materia Invisibile
titolo originale: La Materia Invisibile
autori: Piera Mattei
anno pubblicazione originale 2006


"La materia che forma le parole" di Luigi La Rosa

Una tesi di carattere filosofico che giā nel titolo si manifesta e viene resa esplicita in una nota dell'autrice, č sottintesa da questa inconsueta raccolta di poesia: oltre la materia percepibile dai nostri sensi, esiste, anche in essa, una materia invisibile che si configura in forme di realtā di cui, a saper osservare e ascoltare, continuamente scopriamo indizi. E' l'anima inseparabile dalle cose, spiritualitā inconoscibile? L'autrice insiste nel sottolinearne la consistenza materica, accessibile solo al di fuori del senso comune, attraverso la speculazione scientifica, la poesia, l'attivitā artistica.
Ci sono rischi connessi con la consapevolezza degli incontri e degli scontri con la materia invisibile. Per evitare le vertigini e la dispersione-disperazione, occorre afferrarsi "a solidi oggetti", che ci sosteranno "per favore e per amore". E' uno stesso mondo quello su cui passa lo sguardo soddisfatto e predatorio del senso comune e quello penetrato con impassibile disperazione dal poeta, eppure sono mondi completamente diversi. Il poeta č impacciato nell'agire, č spaventato degli spazi dove osserva la soliditā perenne delle dimensioni, mentre ascolta il rumore del movimento e del tempo, ma vede e ascolta, anche se quasi annichilito, rivelazioni inaccessibili al senso comune.
Materia invisibile sono le "Parole" a cui č dedicata un'intera sezione del libro: sono come "girini neonati in una pozza", che si destano ai primi tepori di un maggio tardivo, sono "una tela che il prato aveva disteso per la sua festa", cadono sui "confini invisibili" del corpo minuto di una bambina che le parole potrebbero inquietare.
Materia invisibile č la musica: canto reiterato nella memoria, voce dell'anima che col giorno s'arrende alla luce, note che escono dalle mani dell'arpista, o si formano "nel docile palato" del soprano.
Di questa materia parla la nitida, e direi quasi impassibile, poesia della Mattei e anche del sentimento di un transito senza sosta di tutta la materia vivente e inorganica, del moto della terra e degli astri, la cui coscienza non ci abbandona, e misura - contro ogni nostro possibile controllo - l'incessante mutamento degli oggetti negli spazi.
Poesia filosofica: forse ad alcuni sembrerā un ossimoro. Poesia antilirica ma che nasce da una ferita e dal rifiuto di compianto e di consolazione, rifugge dagli impasti di ascendenze espressioniste o barocche di tanta poesia odierna, per adottare una scrittura netta, aguzza, come la punta di un bisturi.(Luigi La Rosa)


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