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Mariella Bettarini presenta Melanconia Animale di Piera Mattei

Melanconia Animale - Racconti - Manni 2008

Feltrinelli Firenze , 27 marzo 2008


E' un libro che mi ha molto coinvolta, un libro difficile. Sono sette sezioni di due racconti, ognuno dei quali è veramente un mondo, una parte fondamentale dell'anima, dell'intelligenza e della sensibilità di Piera Mattei, che oltre a essere narratrice è poeta e traduttrice, una personalità culturale di rilievo, di grande spessore e insieme capace di notevole umiltà. Attraverso quello che ho letto credo di potermi permettere di attribuirle queste qualità umane e etiche che insieme sono qualità della scrittura.

Un libro composito, ma anche difficile perchè credo che le cose più importanti, più ricche e più vive debbono avere una loro difficoltà. Cristina Annino, nella postfazione, evidenzia, com'è giusto, la naturalezza e la "facilità" di questa scrittura che ha una straordinaria fluidità stilistica ma nello stesso tempo si fa possedere in maniera molto ardua. E' una scrittura di grande livello. Apparentemente è un racconto piano ma ha tante sfumature, frastagliamenti e insenature di significato, mentre usa termini naturali, semplici, di uso parlato. L'intero libro, tutti i quattordici brani, formano un arcobaleno, che si apre a ventaglio. Il titolo"Melanconia animale" ci porta a pensare che si parlerà di animali e la copertina infatti mostra un uccello e delle uova. Poi però il ventaglio delle possibilità delle narrazioni, delle potenzialità e del potere dello sguardo, si apre fino a momenti di contemplazione.
Questa ricchezza che parte dell'animale, anche dell'animale umano, comprende le nostre melanconie, le nostre paure, i nostri disagi i nostri viaggi esteriori o interiori, tutto quello che appunto è la nostra ricchezza e la nostra angoscia di esseri umani, inglobando tutti i viventi, più vicini a noi di quanto noi stessi crediamo. Gli uccelli di Roma, il gibbone, animale in cui l'autrice trova un specchio attraverso l'originalissimo espediente di registrare la voce dell'animale e rimandarla a lui: sono racconti stupendi e di grande efficacia.
I racconti sono tutti in prima persona ma l'aspetto diaristico è solo una buccia, la sostanza vera è altra. Non perchè il diario non sia una forma letteraria importante, severa o seria ma qui siamo a un livello diverso. Qui c'è una capacità espressiva che nasce da una contemplazione, una forza dello sguardo che vanno aldilà della occasionalità del diario. C'è un brano straordinario, "Un'invenzione pedagogica", dal quale sono rimasta veramente affascinata, come per la stranezza della voce del gibbone. Qui siamo in una zona ancora più complessa e insieme di estremo rigore, direi quasi zen.
Una scrittura di grande fascino. La pagina si fa sposare in maniera dolcissima, anche se ci si rende conto di come che la scrittura sia sì, prendibile, ma nello stesso tempo ardua. Non ci si entra con facilità, occorrono chiavi plurime, una grande attenzione e un grande amore. E' un libro che pevede un amore, ma sicuramente ci si innamora di questo libro.


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